Una domanda che tutti i padri moderni si faranno prima o poi nella loro vita è: “è sicuro lasciar giocare mio figlio ad un videogioco violento?” Oggi non esiste una casa che non abbia un qualche tipo di videogioco, che sia una console domestica o un PC, passando per le console portatili o i cellulari, è praticamente impossibile che un bambino o un adolescente non venga in contatto con i videogiochi. Alcuni sono semplici simulazioni, altri giochi di intelligenza, altri ancora, la maggior parte, sono violenti. Molti genitori si sono chiesti se esporre un bambino o un adolescente ad un gioco violento sia pericoloso, e la scienza ha tentato di rispondere a questa domanda.
Quando i giochi di questo tipo hanno cominciato a diffondersi nell’ordine di milioni di utenti, in molti, di solito genitori cresciuti senza aver mai messo mano su un videogioco, hanno immaginato che uccidere dei nemici virtuali potrebbe scatenare una follia omicida anche nel proprio figlio. Partendo dal presupposto che i folli omicidi ci sono sempre stati nella storia, da quando esiste l’umanità e i videogiochi non erano mai nemmeno stati ideati, molti studi scientifici hanno tentato di dare una risposta soddisfacente a questa domanda, ma l’unica risposta certa che sono riusciti a dare è che la scienza è ancora indecisa.
Per esempio, per restare solo agli ultimi studi di quest’anno, citiamo la ricerca del dott. Craig Anderson che afferma che esiste un legame tra aggressività e gioco; di contro citiamo lo studio del collega Christopher Ferguson che afferma esattemente il contrario. Alcuni studi dimostrano come non sia tanto il gioco in sé a scatenare la violenza, ma la frustrazione di non riuscire ad avere la meglio su un videogame troppo difficile.
Un genitore si può parzialmente rincuorare in merito al dubbio se i videogiochi possano influire negativamente sull’attenzione dei propri figli visto che tutti gli studi in merito hanno stabilito che il rapporto è positivo. Non solo il ragazzo riesce ad avere maggiore attenzione grazie a questo sforzo di concentrazione, ma acquisisce anche un miglior colpo d’occhio ed un miglior coordinamento occhio-mano. Inoltre i videogiochi stimolano l’immaginazione ed il pensiero cognitivo. Alcuni psicologi hanno però allertato i genitori che vogliono tagliare la testa al toro, e cioè fornire ai propri figli solo giochi non violenti, affermando che questo è un atteggiamento sbagliato. L’iperprotettività, come nei videogiochi così in tutti gli ambiti, può provocare depressione, scarsa autostima, difficoltà di crescita e inibisce le capacità di apprendimento. Anzi, il sentirsi escluso da parte di un bambino che vede tutti i suoi amichetti con l’ultimo videogioco violento, può peggiorare la situazione.
Per ultimo vorremmo citarvi un recente studio che non è scientifico ma è semplicemente statistico. A realizzarlo è stato Patrick Markey che lo ha pubblicato sulla rivista dell’American Psychological Association. Secondo Markey è stato possibile dimostrare statisticamente che quando esce un nuovo gioco particolarmente violento i crimini tendono a ridursi. Il motivo? Le persone che sono propense a commettere atti di violenza, li incalanano nei videogiochi, come per esempio GTA, nei quali si rubano auto, si fanno rapine e si uccidono altre persone. L’istinto violento, in chi lo ha, in un certo senso si sfoga nel gioco, viene appagato e così non si ripercuote nella vita reale. I numeri statistici non mentono.
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