Agricoltori e produttori di canapa accolgono finalmente la notizia dell’approvazione in Senato: parliamo della proposta di legge del Movimento 5 Stelle dedicata alla canapa industriale. Questa normativa garantirà più tutele e strumenti agli addetti ai lavori impegnati nella filiera di questa pianta.
Durante un Consiglio Regionale del Molise, la portavoce pentastellata Patrizia Manzo aveva spiegato che il testo era stato sottoposto ad un’ampia commissioni di esperti, associazioni, agricoltori e assessori addetti alle politiche agricole. Questa legge rilancia ovviamente tutta l’economia nazionale, come un traghettatore destinato a superare la crisi: la canapa è protagonista infatti di tanti settori dell’industria, da quella alimentare alla bioedilizia, dall’abbigliamento alla bioplastica.
Dagli anni ’40 ad oggi: la canapa si può coltivare
Dopo 60 anni la filiera di questo prezioso vegetale viene di nuovo valorizzata, garantendo più tutele a chi la coltiva e la lavora per portarla al grande pubblico. È curioso pensare che intorno agli anni ’40 il nostro paese fosse il secondo al mondo in questo settore con quasi 100.000 ettari coltivati, con una produzione complessiva che superava quella odierna calcolata su scala globale.
Ma se la coltivazione non era mai stata espressamente vietata in Italia, una interpretazione difforme delle leggi antidroga aveva portato ad arresti e sequestri intorno agli anni ’70 e ’80 ai danni di chi coltivava canapa da fibra e da seme. Tra il 1997 e il 2002 poi due circolari del Ministero delle Politiche Agricole avevano chiarito alcune disposizioni per la coltivazione della canapa sativa, ma grazie a questa nuova legge quadro il settore troverà una spinta rinnovata, che si auspica analoga a quella degli anni ’50.
Quali sono le novità introdotte da questa legge?
Per quanto riguarda le piante contenenti fino allo 0.2% di THC non sarà necessaria una autorizzazione specifica (quindi non bisogna più compilare il modello di denuncia presso le forze dell’ordine), mentre per concentrazioni fino allo 0.6% i controlli verranno effettuati da un unico organo di polizia preposto, sempre in presenza del coltivatore. Tale commissione lavorerà seguendo criteri prestabiliti e dovrà fornire allo stesso coltivatore un campione di quanto prelevato per eventuali contro-verifiche. Solo l’autorità giudiziaria potrà eventualmente disporre il sequestro o la distruzione di una coltivazione. L’unico obbligo a carico del coltivatore è la conservazione dei cartellini delle semenze e le fatture di acquisto.
Il Ministero dell’Agricoltura inoltre potrà disporre di un budget complessivo annuale di 700mila euro da destinare al miglioramento della produzione e della trasformazione della materia prima e ad attività di divulgazione e informazione. Sarà inoltre istituito un indice di qualità alimentare per i prodotti derivati dalla canapa, materia prima da cui possono nascere numerose merci anche non alimentari come ad esempio corde, tessuti e cosmetici, prodotti per l’edilizia.
Questo provvedimento, definito “Sistema di qualità alimentare” sarà molto importante per garantire che il mercato nazionale italiano non venga invaso da oli di canapa scadenti o contraffatti, a tutela del commercio e soprattutto della salute dei consumatori.
Questa normativa, in elaborazione dal 2013, rappresenta un grande passo in avanti in materia tuttavia lascia ancora alcune lacune: ad esempio non si esprima circa l’utilizzo delle infiorescenze della canapa, la parte della pianta che è più ricca di principi attivi che la scienza ha già ampiamente decretato come “estremamente importanti per la salute dell’uomo”. Con le foglie ed i fiori di questo vegetale è ad esempio possibile preparare tisane e birre aromatiche e dato che le infiorescenze coprono circa un terzo dello stelo, sarebbe come decapitare una risorsa ricca sotto molti punti di vista.
E per quanto riguarda la cannabis ad uso ricreativo? La legge specifica si trova ancora in Parlamento, ma nel frattempo qualcos’altro si è mosso nell’ambito clinico: nelle farmacie italiane, la canapa ad uso medico ha iniziato ufficialmente ad essere disponibile su prescrizione medica.
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