Il colesterolo è un valore del sangue che molto spesso chi è giovane sottovaluta. Molti di noi possono pensare che si tratta di qualcosa che i nostri padri o i nostri nonni devono tenere d’occhio, non noi. E invece non è così. Anche se dopo i 50 anni cominciano ad apparire i primi acciacchi legati alla vita dissoluta che si è condotta in precedenza, non è detto che non si possano prevenire molte delle malattie collegate alla cattiva alimentazione. Livelli di colesterolo moderatamente elevati possono essere già rilevati, e combattuti, dai 30 anni in poi.
Lo studio
Secondo un recente studio condotto dalla Duke University, cominciare a combattere il colesterolo a trent’anni può ridurre significativamente le malattie cardiache più avanti nella vita. Secondo gli scienziati americani infatti, mediamente appena nel 4% dei casi si manifestano patologie cardiache durante la vecchiaia nelle persone che non presentavano livelli elevati di colesterolo prima dei 55 anni. Al contrario il rischio è quadruplicato nelle persone che hanno il colesterolo alto in età adulta. Il rischio infatti ammonta a circa il 17% in persone che hanno avuto livelli alti per 11 anni di fila.
Che cos’è il colesterolo
Per colesterolo alto si intende il colesterolo non HDL, detto anche colesterolo cattivo, superiore a 160 mg/dl (milligrammi per decilitro di sangue). Il colesterolo infatti non è tutto uguale, ma viene diviso per comodità tra quello buono e cattivo. Avere alti livelli di colesterolo in generale infatti non è detto che sia sempre negativo, perché se il colesterolo buono è più elevato di quello cattivo, i rischi per la salute non sono gli stessi del caso contrario.
Se il colesterolo cattivo si accumula in maniera eccessiva, può formare delle placche nelle arterie che possono così bloccare l’afflusso di sangue e comportare, sul lungo periodo, un attacco cardiaco. Prevenire è molto importante in quanto prima si forma il colesterolo alto, e più tempo le placche hanno per formarsi e dunque per creare problemi al cuore. Per questo motivo il principale autore dello studio, il dott. Ann Marie Navar-Boggan consiglia di effettuare periodicamente analisi del sangue per controllare il livello di colesterolo dopo i trent’anni.
Le conseguenze del colesterolo alto
Nei casi preoccupanti, quelli cioè con squilibri importanti, i ricercatori hanno assegnato una terapia a base di statine già intorno ai 40 anni, in modo da abbassare vertiginosamente il rischio di sviluppare una patologia cardiaca. È importante sottolineare che le statine non sono un medicinale da prendere alla leggera perché possono comportare effetti collaterali a lungo termine, per questo motivo vengono assegnati di solito più avanti con l’età e solo nei casi particolarmente gravi.
La terapia con i medicinali comunque da sola non è sufficiente. Anche se i farmaci aiutano con la fluidificazione del sangue, è comunque importante anche abbassare il livello di colesterolo perché questa è la miglior medicina in assoluto. Una ricerca condotta nel 2010 su oltre 65 mila pazienti ha stabilito infatti che le statine, da sole, non riducono il tasso di mortalità, ma possono farlo per esempio l’attività fisica e una dieta sana. Riportare i livelli di colesterolo a quantità accettabili riduce o elimina del tutto la necessità delle statine ed allontana il rischio di malattie cardiache.
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