La settimana che è appena iniziata è quella ideale per una bella vacanza in montagna. La classica settimana bianca, quella che ci porta a Capodanno, vedrà milioni di italiani dirigersi verso gli impianti sciistici delle Alpi, degli Appennini e, perché no, anche all’estero. Una vacanza in montagna è quello che ci vuole per ricaricarsi per ripartire alla grande col nuovo anno, ma può trasformarsi in un periodo pieno di insidie. Per quanto riguarda le gite in sci, le regole le conosciamo tutti: ovvero rispettare i segnali, ridurre la velocità e cercare di non strafare, riconoscendo i propri limiti. Ma c’è una cosa che spesso tralasciamo ma che può essere ancora più insidiosa: l’altitudine.
Se siete abituati a stare in città, difficilmente sarete preparati fisicamente all’aria rarefatta. Non importa quanto siete in forma, l’abitudine alle altitudini elevate è una questione di routine, non di quanti chilometri percorrete ogni mattina di corsa. Secondo quanto spiega la dottoressa Melissa Tabor, docente del Nova Southeastern University College of Osteopathic Medicine, in realtà non è che in alta montagna non c’è ossigeno, ma semplicemente non c’è la stessa spinta che c’è a valle e che porta l’ossigeno nei polmoni e nel sangue. Il corpo percepisce una carenza di ossigeno e i vasi sanguigni si restringono.
Per evitare di farsi rovinare la vacanza dunque, prima di tutto bisogna riconoscere i sintomi di questo disagio: sensazione di stordimento, mal di testa, nausea, vertigini e difficoltà a dormire. Quando poi la situazione si aggrava si può arrivare anche a confusione mentale e perdita di equilibrio che possono sfociare in emergenze mediche. Di solito i primi problemi cominciano a manifestarsi 6-12 ore dopo essere arrivati ad altitudini elevate. Considerate inoltre che non è importante solo l’altezza raggiunta, ma la velocità con la quale la si raggiunge. Se si raggiungono i 5000 metri in funivia o in elicottero, la sensazione di disagio sarà molto più accentuata rispetto a quando si raggiunge la stessa altezza lentamente, anche con più giorni di cammino. Per questo motivo, se per caso cominciano a manifestarsi i primi sintomi del “mal di montagna”, tornate al vostro albergo o in una posizione più bassa per riprendervi.
Il consiglio principale è cercare di ambientarsi gradualmente. Se possibile, restate un paio di giorni ad un’altitudine intermedia prima di passare ad una più elevata. Il dottor Tabor sconsiglia vivamente di mettersi in viaggio se si hanno delle malattie precedenti, specialmente se non siete abituati all’alta quota, meglio affrontarla al massimo delle forze; evitate di salire per più di 400 metri al giorno. Controllare costantemente i parametri vitali e, se compaiono i sintomi, fermarsi, evitare di forzare e, se proprio state male, tornate indietro. Se avete avuto già problemi in passato o avete qualche condizione fisica che può limitarvi, consultate il vostro medico prima di partire. L’assunzione di alcuni farmaci infatti può evitare il mal di montagna.
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