Nella società moderna nascono neologismi quasi ogni giorno, e così le persone che non riescono a stare al passo con i tempi (sono più di quante crediate) delle volte capiscono una parola per un’altra. Il classico esempio è quello del metrosessuale, una parola che riporta alla mente tante possibilità, la maggior parte delle quali sbagliata. Metrosessuale infatti viene confuso nella maggior parte delle volte con omosessuale (uomini a cui piacciono uomini, o donne a cui piacciono le donne) o con bisessuale (uomini che vanno indifferentemente con altri uomini o con altre donne). Peggio ancora quando viene confuso con transessuale (uomo che cambia sesso chirurgicamente). E invece non è così: se qualcuno vi dice che siete metrosessuali non arrabbiatevi perché, in un certo senso, vi sta facendo un complimento.
Partiamo subito con lo specificare che un metrosessuale è etero: un metrosessuale è un uomo a cui piacciono le donne. Non esiste un’accezione femminile per metrosessuale perché in realtà quasi tutte le donne lo sono, senza esserlo. Ma allora che differenza c’è tra metrosessuale ed eterosessuale? Domanda ovvia e giusta. Metrosessuale deriva dall’unione di due parole, metro e sessuale dove metro tra per “metropolitano”, ovvero uomo di città, mentre sessuale appunto sta ad indicare delle preferenze sessuali.
Bisogna concentrarsi sulla parola “metro” che è presa molto in senso lato. Il metrosessuale tecnicamente è colui che, pur essendo uomo, ci tiene talmente tanto all’aspetto estetico da curarsi con tonnellate di cosmetici. Dunque non solo il classico gel per i capelli ma anche lacca, balsamo, creme per il viso e perché no, anche matita per gli occhi o per le labbra o altri tipi di trucchi. Tra i metrosessuali sono compresi anche gli amanti del fitness, per non dire i “fissati” con la forma fisica, e gli uomini che si fanno le lampade, i fissati con lo shopping ed anche i salutisti.
Si dice “metro” perché è un atteggiamento che è stato riscontrato il più delle volte negli uomini che vivono nelle grandi città, ma di fatto può riguardare qualsisasi uomo. Una volta un metrosessuale veniva definito narcisista, cioè colui che, come Narciso, il mito greco che si innamorò della sua immagine riflessa nell’acqua, passa tutto il giorno davanti allo specchio. La psicologia moderna ha però bollato questa preferenza come una malattia, e così nel 1994 sul quotidiano The Indipendent, Mark Simpson ha coniato questo neologismo che solo da pochi anni ha raggiunto anche l’Italia, per definire gli uomini che si concentrano ossessivamente sugli aspetti estetici, senza però fare in modo che questa scelta sia vista come una malattia.
Per questo motivo se andate in palestra tutti i giorni oppure vi sottoponete alle lampade e poi, una volta tornati a casa, passate ore davanti allo specchio per aggiustarvi i capelli o a curarvi la pelle prima di uscire di casa, siete metrosessuali. E dovreste essere fieri di esserlo.
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