Più ci si avvicina al momento delle ferie e più alcune situazioni arrivano alla nostra attenzione: dopo mesi in cui abbiamo rimandato e soprasseduto, la pancetta è giunta sotto gli occhi di tutti, non perché abbiamo scelto di indossare magliette di un paio di misure in meno della nostra ma perché gli indumenti leggeri mettono in vista la silhouette che l’inverno aveva comodamente nascosto sotto giacche, cappotti e maglioni. Certo, le zone critiche colpiscono entrambi i sessi ma per quanto riguarda l’uomo la problematica principale è rappresentata dalle cosiddette maniglie dell’amore.
Sentiamo spesso dire che si tratti di un grasso particolarmente vecchio e quindi sedimentato e più ostinato da smaltire… ma la realtà è differente: le cellule adipose vengono continuamente rinnovate e partecipano a fenomeni lipolitici – di demolizione del grasso – e lipogenici – di formazione di nuovo tessuto adiposo -. Se il bilancio calorico è la chiave comprensione di questo equilibrio, perché allora in alcune zone si dimagrisce di meno e si tende ad ingrassare più facilmente?
La spiegazione scientifica della pancetta maschile
Gli ormoni e la circolazione rappresentano due fattori da tenere in assoluta considerazione e come prima analisi possiamo distinguere due tipologie di individui, quelli a tendenza androide e quelli a tendenza ginoide. Tale distinzione riguarda non solo le persone sovrappeso ma anche quelle in una situazione di normo peso: il morfotipo androide è più comune nei soggetti di sesso maschile e tende ad accumulare grasso nella parte superiore del corpo mentre invece il ginoide, più tipico delle donne, accatasta soprattutto nella regione dei glutei e del femore.
Il grasso più difficile da contrastare è quello ginoide perché il turn-over cellulare avviene in maniera più lenta nel tempo. Risulta quindi più ostico per le donne dimagrire nei punti chiave rispetto a noi uomini.
La distribuzione degli ormoni favorisce o limita l’accumulo di grasso in determinate zone per via di alcuni recettori con cui essi reagiscono chimicamente, determinando uno stimolo più lipolitico oppure più lipogenico. La dieta e l’allenamento generano un effetto dimagrante stimolando una presenza maggiore di catecolamine che sono gli ormoni che si occupano proprio di demolire il grasso (mentre quelli sessuali, tiroidei, l’ormone GH e il cortisolo lavorano perlopiù in sinergia).
Ormoni e circolazione sanguigna: la causa delle maniglie dell’amore
L’attività fisica quindi e una dieta adeguata caratterizzata da un bilancio calorico negativo, (che consiste nell’assumere meno calorie di quelle bruciate) sono sicuramente parte di un programma dimagrante funzionale ed efficace. Per quanto riguarda la circolazione però prendiamo atto di un parametro fondamentale per migliorare la gestione delle zone più critiche come ad esempio la pancetta maschile. Maggiore è infatti il flusso di sangue e minore è la tendenza ad accumulare grassi e viceversa: questo succede poiché un aumento del flusso di sangue diminuisce il deposito degli acidi grassi trasformati in trigliceridi – ed il flusso ematico è regolato dagli stessi recettori che determinano il metabolismo delle cellule grasse.
Il tessuto adiposo è molto ricco di vasi sanguigni e il flusso aumenta considerevolmente quando si svolge attività fisica e cioè quando i grassi vengono mobilitati di più nel tessuto adiposo; per dimagrire il corpo deve essere in grado di rilasciare in circolo gli acidi grassi che derivano dai processi di lipolisi.
Questo ci fa intuire come da sola l’alimentazione non possa essere sufficiente: è importantissimo stimolare una corretta circolazione che invece viene favorita in maniera diretta dall’attività fisica, alleviando quindi la vasocostrizione e abbattendo il grasso.
L’attività fisica mirata sull’addome può essere sicuramente un allenamento vincente ma non bisogna dimenticare l’importanza di seguire anche una attività fisica che coinvolga tutto il resto della muscolatura: solo in questo modo si avranno dei risultati tangibili in tempi più ridotti.
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